Danno epatico farmaco-indotto correlato a diversi antagonisti del TNF-alfa
Il danno epatico farmaco-indotto, più frequentemente danno epatocellulare acuto con caratteristiche autoimmuni, può essere un effetto di classe degli antagonisti del fattore di necrosi tumorale alfa ( TNF-alfa ).
I ricercatori hanno valutato sei casi di danno epatico, indotto da farmaci, associato all’impiego degli antagonisti del TNF-alfa, tutti raccolti nel database DILIN ( US DILI Network ) nel periodo 2003-2011. Altri 28 casi sono stati individuati tramite revisione della letteratura dal database PubMed.
Infliximab ( Remicade ) era coinvolto in 26 casi; 4 casi ( ciascuno ) per Adalimumab ( Humira ) ed Etanercept ( Enbrel ).
Il farmaco, in base a una scala di probabilità, è stato definito come causa definitiva di danno in 1 caso, molto probabile in 21 casi e probabile in 12 casi.
La latenza media tra l’assunzione del farmaco e il manifestarsi dell’effetto indesiderato è stata di 13 settimane in tutti i casi.
Gli anticorpi antinucleo ( ANA ) e/o gli anticorpi anti-muscolo liscio sono stati osservati in 22 pazienti su 33, sottoposti ad analisi sierologica, e avevano alti livelli di picco di ALT ( alanina-aminotransferasi ) ( 784 U/L rispetto a 528 U/L, p=0.03 ).
Hanno anche sperimentato più lunghi periodi di latenza ( mediana 16 settimane vs 10 settimane, p=0.17 ), rispetto a quelli senza sintomi autoimmuni.
Nessun paziente è deceduto a causa del danno epatico, e solo 1 non è andato incontro a miglioramento dopo la sospensione del farmaco, escludendo 12 pazienti trattati cin corticosteroidi.
Un paziente con cirrosi ha avuto necessità di trapianto di fegato.
I dati sono in linea con la tipica prognosi del danno epatico farmaco-indotto, in cui circa il 5% dei pazienti ha bisogno di trapianto o muore.
Questo deve indurre a cautela nel trattamento dei pazienti cirrotici con farmaci anti-TNF.
Dallo studio è emerso che il danno epatico acuto causato da antagonisti del TNF-alfa può rappresentare un effetto di classe, per il fatto che più agenti in questa classe sono stati coinvolti.
La presentazione più comune è un fenotipo autoimmune con danno epatocellulare marcato, ma può anche presentarsi un modello misto non-autoimmune o colestasi predominante.
La prognosi è generalmente favorevole, e i corticosteroidi possono essere utili per accelerare la risoluzione nei soggetti con pattern autoimmuni. ( Xagena2013 )
Fonte: Clinical Gastroenterology and Hepatology, 2013
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